Sempre connessi, anche a Ferragosto?

«Tra le forme di schiavitù della contemporaneità, la posta elettronica è probabilmente tra le più subdole. Nell’era dell’e-mail, la battaglia per l’orario di lavoro diventa anacronistica; grazie alla mail, il lavoro ti segue ovunque, ti tende agguati in piena notte, di ritorno da una cena in compagnia, ti guasta il weekend, ti avvelena le ferie. Basta commettere l’imprudenza di accendere il computer e le preoccupazioni, che credevamo di aver chiuso dentro l’ufficio, si materializzano in altri luoghi. Se poi hai ceduto alla tentazione di portare la posta elettronica sul telefono cellulare, non ti resta che affidarti alla provvisoria leggerezza di una momentanea assenza di segnale. Non sono in pochi a ritenere che oggi il vero lusso sia quello della irreperibilità, dell’eclissi. Chi può scomparire da ogni circuito elettronico di comunicazione non solo gode del privilegio di non dover rendere conto a nessuno delle proprie azioni, ma dà prova di autentica sicurezza, rinunciando all’idea che in ogni mail si nasconda, come in un biglietto della lotteria, l’occasione della vita, che ogni messaggio possa essere quello che ci offre un impiego importante, un incontro eccezionale, una svolta improvvisa. Ma chi può e riesce ad astenersi dalla mail è anche chi, con sano realismo, ammette che il mondo può fare a meno di lui per qualche giorno».

Con queste righe, tratte da uno dei più bei romanzi che ho letto negli ultimi anni (Alessandro Perissinotto, Le colpe dei padri, Piemme 2013), parto per qualche giorno di vacanza. Provo a disconnettermi: accadrà qualcosa di irreparabile se mi staccherò dal lavoro per una settimana?

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3 risposte a Sempre connessi, anche a Ferragosto?

  1. Anna scrive:

    Io da qualche anno ho fatto la scelta di disconnessione (con poche eccezioni) durante le vacanze (almeno un paio di settimane) e devo dire che ne sono felice… Non si può vivere sempre connessi. Comunque con questa citazione mi hai incuriosito rispetto al libro di Perissinotto che a questo punto andrò a comprare :-)
    In tema di libri e letture estive, io ho adorato i primi due libri della trilogia della Ferrante, L’amica geniale e Storia del nuovo cognome, e sono in attesa del terzo. Tu li hai letti? L’ambientazione napoletana dovrebbe renderteli ancora più interessanti.

  2. Giovanni Solimine scrive:

    Il libro di Perissinotto parla di tutt’altro, ma contiene questo riferimento al nostro stato di perenne connessione, che mi sembrava adatto alle circostanze.
    I romanzi della cosiddetta (o del cosiddetto?) “Elena Ferrante” sono bellissimi. A me piacciono in particolare i primi: L’amore molesto, I giorni dell’abbandono, La figlia oscura: specie i primi due sembrano una sceneggiatura cinematografica (questo è un indizio utile per scoprire la vera identità dell’autrice/dell’autore).

  3. Anna scrive:

    Vuol dire che tu sai di chi si tratta… ;-) ) Se è un uomo parla molto bene dei sentimenti femminili.

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