Prendersi cura delle parole

La Rete italiana di Cultura popolare, presieduta da Chiara Saraceno, custodisce nella sua sede torinese un fondo librario su dialetti e lingue locali donato da Tullio De Mauro. Dal 2018 presso questa istituzione si svolge il ciclo di incontri “Il potere delle parole”, durante i quali studiosi ed esperti di varia estrazione vengono chiamati a riflettere di volta in volta su una parola. Da questa iniziativa è nato ora un piccolo Dizionario che cura le parole, in cui sono raccolti i testi degli interventi pronunciati nei primi 14 incontri.

Ne riprendiamo qui uno soltanto: “Educare”, curato da Marco Rossi Doria, prima maestro di strada nei Quartieri spagnoli di Napoli e poi Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione dal 2011 al 2014. Educare (dal latino educere = trarre fuori, allevare, condurre) – scrive Rossi Doria – non equivale ad l’andare a scuola, ma vuol dire «promuovere le attitudini e le sensibilità; le facoltà intellettuali; le competenze sociali e quelle etiche, estetiche, politiche; le conoscenze del mondo e l’approfondimento su come l’umanità le ha costruite nel tempo e le sta costruendo». Nella sua riflessione, l’autore individua tre sfide dell’educare oggi in Italia:

- il nostro tessuto antropologico non conosce più il gioco spontaneo per strada, nei cortili dei caseggiati, nel borghi, per cui i bambini vivono a scuola la prima esperienza di socialità;

- essendosi indeboliti il principio di autorità e il presidio dei limiti da parte delle famiglie, la scuola non può più contare su un retroterra di norme condivise e implicite per tutti;

- la rivoluzione digitale ha trasformato i modi di apprendere. 

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