Il Premio Strega al giro di boa

Con la proclamazione del vincitore del Premio Strega Giovani – che oltre mille studenti delle scuole secondarie superiori hanno individuato in L’età fragile di Donatella Di Pietrantonio (Einaudi) – e con la selezione della cinquina dei finalisti, la LXXVIII edizione del Premio Strega è arrivata al giro di boa. Oltre a Di Pietrantonio, entrano in cinquina anche Dario Voltolini con Invernale (La Nave di Teseo), Chiara Valerio con Chi dice e chi tace (Sellerio), Paolo Di Paolo con Romanzo senza umani (Feltrinelli) e Raffaella Romagnolo con Aggiustare il mondo (Mondadori), Con loro prosegue la corsa anche Tommaso Gartosio con Autobiogrammativa (Minimum fax, che si aggiudica il posto riservato ai piccoli editori indipendenti). Tra un mese conosceremo il nome del vincitore, che sarà premiato la sera del 4 luglio a Villa Giulia.

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C’è speranza se questo accade a… Teramo

Nel 1963 Mario Lodi, uno dei più straordinari protagonisti di una stagione di grande rinnovamento della scuola italiana, pubblicò C’è speranza se questo accade al Vho, diario della sua decennale esperienza di maestro elementare a Vho, frazione di Piadena Drizzona in provincia di Cremona. È un’esperienza di cambiamento profondo, in un territorio molto difficile, un’esperienza impostata all’insegna della condivisione: Mario Lodi fu, infatti, tra i fondatori del Movimento di cooperazione educativa. Tutti i tentativi di trasformazione, se non vogliono fermarsi in superficie e non vogliono essere effimeri, hanno bisogno di buone pratiche, alle quali ispirarsi e da cui trarre coraggio e forza per consolidarsi, creare l’emulazione e mettere radici. Forse è per questo motivo che il libro di Lodi ha avuto grande successo, è stato più volte ristampato, è diventato una bandiera per chi crede che occuparsi dei bambini e migliorare la scuola vuol dire avere a cuore il futuro di tutti.

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La lingua italiana letteraria attraverso i libri del Premio Strega

Oggi pomeriggio al MAXXI di Roma si terrà un convegno di presentazione della nuova versione del vocabolario della lingua italiana letteraria, realizzato a partire dai libri del Premio Strega. Con il suo forte carisma, con la sua visione del mondo e della cultura Tullio De Mauro ha lasciato un’impronta in tanti ambienti e in tante istituzioni con le quali è entrato in contatto e per le quali ha generosamente prestato la sua opera. La Fondazione Bellonci — di cui De Mauro è stato partecipe fin dall’inizio, assumendone la direzione nel 2007 alla scomparsa di Anna Maria Rimoaldi, e succedendo ad Antonio Maccanico nella carica di Presidente dal 2013 fino al giorno della sua scomparsa, il 5 gennaio 2017 — è uno degli organismi che ha beneficiato della sua autorevolezza e del suo equilibrio. Potrei ricordare il modo in cui ha operato per ampliare in varie direzioni la galassia Strega, favorendo la partecipazione dei piccoli e medi editori o inserendo nella giuria i gruppi di lettura esistenti nelle scuole e nelle biblioteche:  «Non solo scrittori e scrittrici, professori e critici letterari – così De Mauro ricordò l’impostazione originaria del Premio, intervenendo il 15 giugno 2016 al convegno con cui furono celebrati i settant’anni dello Strega – ma un più largo pubblico di giornalisti, imprenditori, registi, attori e attrici interessati alla letteratura e alla discussione intorno a essa, come un polmone prezioso per il respiro di una società democratica quale ci auguravamo di poter cominciare a costruire allora».

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