Gli scrittori di solito si esprimono attraverso le loro opere, e forse è giusto valutarli solo per la loro produzione artistica. Ma a volte i loro gesti sono talmente forti ed espliciti che li rappresentano meglio ancora delle parole contenute in un romanzo. La sera del 7 luglio scorso, quando si aggiudicò con Spatriati la LXXVI edizione del Premio Strega, Mario Desiati compì un gesto insolito: non stappò la bottiglia che simboleggia il premio e fece una dichiarazione che spiazzò tutti. La possiamo ascoltare in questo video:
Una scelta bellissima, che diede anche a chi non conosce personalmente Desiati la misura della sua sensibilità e della sua caratura umana. Perché un artista dovrebbe essere necessariamente un solista? L’autenticità del legame con la propria terra d’origine, con la cultura da cui si è tratto alimento, con i propri amici si manifesta in queste cose, dimostrando di sentirsi parte di una comunità. Ebbene, Mario Desiati ha tenuto fede alla promessa e il 13 ottobre ha aperto la bottiglia al Teatro Fusco di Taranto, assieme agli amici di sempre, alla sua famiglia, alla madre di Alessandro Leogrande, ai rappresentanti delle istituzioni e dell’associazionismo.
Non vorrei rischiare di andare fuori dal seminato e caricare di eccessivi significati quella serata, ma credo che — se la cultura è frutto di relazioni e si esprime attraverso pratiche collettive — i valori della condivisione ne siano forse l’espressione più alta e ne diano fino in fondo il senso.