I libri illuminano la contemporaneità

Raffaella De Santis ha pubblicato su la Repubblica due belle interviste ad Alessandro Baricco e Aldo Cazzullo, che hanno discusso del loro modo di scrivere, dei loro libri, di ciò che intendono trasmettere ai lettori, sorprendendoli e raccontando storie e idee, libri per riflettere sui temi della contemporaneità, sul mondo che ci circonda e su quello che è dentro di noi. Sono due autori che si muovono su piani molto diversi, ma c’è qualcosa che accomuna la loro produzione, che si rivolge in modo diversificato a segmenti differenti del pubblico.

Baricco ha più volte stupito i suoi lettori, cercando spesso di anticipare i tempi: «Ogni volta che ho scritto un libro di saggistica – dice all’intervistatrice – volevo ammazzare qualche forma di puritanesimo. I barbari era contro l’idea che la rivoluzione digitale fosse il nemico. The Game stessa cosa. Ora sto scrivendo una storia della musica classica, di nuovo un libro “contro”: contro il modo pigro, banale, tradizionale, comodo, di leggere la storia della musica classica, che è invece pazzesca, fatta di follia e di visionarietà incredibile».

Cazzullo affianca all’attività giornalistica e alla conduzione di trasmissioni televisive la produzione di libri che scalano le classifiche di vendita (in questo momento che ne sono ben due nella top ten; il suo Il dio dei nostri padri. Il grande romanzo della Bibbia è stato il libro più venduto nel 2024). Spiega così la formula del suo successo: «Nessuna storia senza un’idea, nessuna idea senza una storia. Se io raccontassi solo cose astratte, annoierei. Se raccontassi solo dettagli, episodi, personaggi, farei pettegolezzi. Nei miei libri cerco di sostenere sempre una tesi. In A riveder le stelle, ad esempio, l’idea che Dante non è solo padre della lingua italiana ma è l’inventore dell’Italia. Il nostro Paese non nasce solo dalla politica e dalla diplomazia ma dalla cultura e dall’arte».

Come loro si potrebbero citare tanti altri autori e libri che cercano di illuminare il presente. A volte i libri hanno il potere di accendere l’attenzione del pubblico e di ampliare lo sguardo, mostrando cose che non tutti riescono a vedere , proponendo con una felice intuizione questioni che stanno per scoppiare e orientando l’opinione pubblica. Pensiamo, per esempio, al rapporto fra cittadini e istituzioni e al distacco profondo che si è determinato negli ultimi decenni tra elettori e ceto politico: nel 2007 i giornalisti Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella pubblicarono La casta, un libro-inchiesta che denunciava uno stile di gestione della cosa pubblica che andava ben oltre gli scandali o i fenomeni di corruzione che c’erano sempre stati, basti pensare a “tangentopoli”. Da quel momento in poi, la consapevolezza degli italiani di fronte al fenomeno è cambiata, ha fatto un salto di qualità e ha avuto dirette conseguenze sui comportamenti elettorali (vedi l’astensionismo crescente e il successo elettorale del Movimento 5 Stelle nelle elezioni politiche del 2013 e del 2018). Non è facile distinguere le cause dagli effetti, ma è evidente il ruolo che il libro di Stella e Rizzo (circa un milione e mezzo di copie vendute e ben 24 edizioni) ha avuto nel rappresentare e dare forma a un sentimento diffuso di indignazione e sfiducia.

A dispetto di chi ritiene che siano un inutile residuo del passato, i libri sono ancora un importante strumento per la circolazione delle idee.

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