Abituarsi alle vite degli altri e alla loro individualità

Tra le tante cose che sono state dette e scritte negli ultimi giorni in relazione ai drammatici episodi di violenza sulle donne che quotidianamente ci vengono riportati dalle cronache, alcune toccano più da vicino i temi che solitamente vengono affrontati in queste pagine web. Esiste, infatti, una stretta correlazione tra la diffusione della cultura e il rispetto per la persona umana. Non a caso, tra le proposte che circolano si parla anche di dedicare qualche frammento dell’orario scolastico all’educazione alle relazioni e all’affettività.

Desidero segnalare, in particolare, il contenuto di un’intervista rilasciata dalla scrittrice Chiara Valerio, che parla della funzione formativa della lettura come antidoto contro i femminicidi e la violenza di genere, perché i libri ci abituano «alla presenza e ai diritti degli altri» e a comprendere e rispettare la individualità anche di chi è diverso da noi.

È proprio vero. Troviamo conferma di questo concetto anche nelle parole di altre autrici. La lettura è «il veicolo migliore per viaggiare al di fuori del cerchio della nostra vita», afferma Maryanne Wolf. Chi legge, scrive Lina Bolzoni, «dà ospitalità a uno sconosciuto».

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