Oggi pomeriggio al MAXXI di Roma si terrà un convegno di presentazione della nuova versione del vocabolario della lingua italiana letteraria, realizzato a partire dai libri del Premio Strega. Con il suo forte carisma, con la sua visione del mondo e della cultura Tullio De Mauro ha lasciato un’impronta in tanti ambienti e in tante istituzioni con le quali è entrato in contatto e per le quali ha generosamente prestato la sua opera. La Fondazione Bellonci — di cui De Mauro è stato partecipe fin dall’inizio, assumendone la direzione nel 2007 alla scomparsa di Anna Maria Rimoaldi, e succedendo ad Antonio Maccanico nella carica di Presidente dal 2013 fino al giorno della sua scomparsa, il 5 gennaio 2017 — è uno degli organismi che ha beneficiato della sua autorevolezza e del suo equilibrio. Potrei ricordare il modo in cui ha operato per ampliare in varie direzioni la galassia Strega, favorendo la partecipazione dei piccoli e medi editori o inserendo nella giuria i gruppi di lettura esistenti nelle scuole e nelle biblioteche: «Non solo scrittori e scrittrici, professori e critici letterari – così De Mauro ricordò l’impostazione originaria del Premio, intervenendo il 15 giugno 2016 al convegno con cui furono celebrati i settant’anni dello Strega – ma un più largo pubblico di giornalisti, imprenditori, registi, attori e attrici interessati alla letteratura e alla discussione intorno a essa, come un polmone prezioso per il respiro di una società democratica quale ci auguravamo di poter cominciare a costruire allora».
Ma il regalo forse più rilevante, quello in cui da grande linguista diede un contributo scientifico specifico, fu l’ideazione e la cura del Primo Tesoro della Lingua Letteraria Italiana del Novecento: un’impresa importante in cui venivano analizzate le opere vincitrici delle prime sessanta edizioni dello Strega (1947-2006) e altri quaranta romanzi presentati al premio e risultati particolarmente significativi nel panorama letterario e linguistico. Si prendeva in esame così un corpus di cento testi che documenta nel suo insieme lo sviluppo dell’italiano, offrendo attraverso un rigoroso lavoro di indicizzazione del contenuto di quei libri un prezioso strumento per studiare l’evoluzione del lessico e in parte della grammatica. La Fondazione Bellonci ha voluto un aggiornamento di quel repertorio, arricchendolo con i testi risultati vincitori nel quindicennio successivo e realizzando una versione web sia del database sia del motore di ricerca, così da fornire agli utenti, in primo luogo alle scuole, uno strumento più facilmente accessibile. La nuova versione raccoglie i testi di 115 opere vincitrici e candidate tra il 1947 e il 2021 e presenta un vocabolario di circa dieci milioni di parole. Il lavoro è stato reso possibile anche per il sostegno dell’Accademia della Crusca e della Federazione Unitaria Italiana Scrittori.