È stato appena pubblicato dall’editore Castelvecchi il volume Il futuro del leggere. Giovani e lettura, una storia contemporanea, curato e introdotto da Angelo Piero Cappello, che riporta i risultati di un’interessante ricerca sul rapporto tra i giovani di età compresa fra i 14 e i 19 anni e le varie forme di lettura. Gli esiti e i materiali (questionario e schede dei focus group) della ricerca sono accompagnati anche da alcuni saggi di Piero Dorfles, Marco Gambaro, Luciano Lanna, Andrea Lombardinilo, Lella Mazzoli, Francesco Sacchetti, Marino Sinibaldi e Niccolò Sirleto, Al volume Marino Sinibaldi ha dedicato giorni fa anche una puntata del podcast Timbuctu che tiene per “Il Post”. Diciamo subito che il dato che emerge in modo evidente è la grande varietà di interessi di cui i giovani riferiscono nelle loro risposte e la vita culturalmente attiva che essi conducono.
La ricerca, diretta da Lella Mazzoli dell’Università di Urbino, si fa apprezzare per tanti motivi: per il metodo quanti-qualitativo utilizzato (la somministrazione di un ricco questionario a un campione di duemila giovani, cui sono seguiti dieci focus group che hanno coinvolto gli allievi dell’ultimo anno della scuola media in sei diverse regioni italiane) e, cosa ancora più importante, per i risultati, in parte inattesi, a cui è pervenuta. L’obiettivo era di indagare le piattaforme (carta o digitale) e i dispositivi utilizzati per la lettura, l’oggetto della lettura (narrativa, non-fiction, articoli di giornale, testi delle canzoni, graphic novel etc.), le abitudini e le motivazioni, i principali effetti sul lettore (maggiore consapevolezza, competenze verbali etc.), le pratiche di ricerca e i modelli fruitivi. Emerge una gamma variegata di consumi culturali e di forme di lettura. Il 49% degli intervistati dichiara di praticare la lettura di libri, preceduta dalla visione di film e serie tv (66%), ascolto musica (65%), navigazione nei social network (63%), fruizione di video online (60%) e seguita da frequentazione delle sale cinematografiche (37%), visione della tv generalista (31%), consultazione di news online (28%), ascolto della radio (20%), ascolto di podcast (17%). Un’analisi di dettaglio dei comportamenti di lettura ci dice che per i giovani raggiunti dal questionario tutto è lettura, senza una netta distinzione tra i formati tradizionali della comunicazione scritta (libri, giornali e riviste) e altri contenuti (testi di canzoni, post, blog etc.). Ciò, sostiene Lella Mazzoli, «mette in evidenza che molti giovani si accostano alla lettura in modo casuale e inconsapevole, impedendo loro di identificarsi come lettori» (p. 79). Alla domanda su quali tipi di contenuti capita di leggere più frequentemente online e/o su carta, il 90% dei ragazzi indica i testi delle canzoni, l’87% i racconti, l’86% le notizie di attualità, il 76% i contributi giornalistici, il 71% i romanzi, il 65% i fumetti e le graphic novel, il 64% i saggi, il 62% le poesie, il 61% le biografie. Prevale, ma non di molto, la lettura di contenuti online (96%) rispetto a quelli su carta (87%), differenza che invece in alcuni casi diventa più accentuata rispetto a particolari generi (per esempio, l’84% dichiara di leggere i testi delle canzoni sul web, contro l’11% che lo fa su carta; viceversa, i romanzi vengono letti su carta dal 59% degli intervistati, mentre solo il 21% li legge in digitale).
Non c’è qui lo spazio per soffermarsi sui tanti altri dati interessanti che il report (corredato da grafici e tabelle) fornisce, ma va ricordato che per i giovani in libro è essenzialmente quello cartaceo e che il canale d’acquisto preferito rimane di gran lunga la libreria, che lo smartphone è il device usato nella stragrande maggioranza dei casi (più del doppio dei personal computer), che i ragazzi scrivono molto (il 58% dei 14-15enni e il 69% dei 16-19enni), che la penetrazione di TikTok è crescente anche in funzione dell’informazione libraria (il 70% del campione analizzato segue sui social i contenuti riferiti ai libri), che le modalità di ricerca sembrano non seguire una precisa strategia.
Si tratta di fenomeni che vanno monitorati nel tempo, per cui è auspicabile che il Centro per il libro e la lettura finanzi periodici aggiornamenti di questa ricerca. Per il momento, sembrerebbe, insomma, che il libro e i connotati che lo caratterizzano (la carta e la libreria) tengano, ma per le funzioni più tradizionali (la lettura di romanzi). Grazie a questa ricerca, ora sappiamo molte più cose sul modo in cui i giovani approcciano la lettura e su come la percepiscono, il che ci consente anche di guardare con minore incertezza al futuro della lettura in Italia.