In un post di qualche giorno fa, dedicato alla irresistibile ascesa delle applicazioni di intelligenza artificiale generativa, manifestavo la mia preoccupazione per le ricadute negative di vario tipo – economiche e occupazionali, ma innanzi tutto etiche – che queste applicazioni potrebbero avere se da un aiuto all’uomo nel suo lavoro si trasformassero in sostitutive del lavoro umano. È già accaduto varie volte che l’uomo fosse sostituito dalle macchine in attività ripetitive, volte all’esecuzione di lavori semplici. Mi sembra diverso, invece, il caso della sostituzione dell’uomo anche in attività creative tipiche del lavoro culturale.
Giunge ora la notizia che il tabloid tedesco Bild, all’interno di un processo di ristrutturazione aziendale finalizzato al contenimento dei costi, si appresterebbe a sostituire circa duecento operatori della sua redazione (giornalisti, foto editor, impaginatori etc.) con applicazioni di intelligenza artificiale. Forse sono un passatista, ma difficilmente qualcuno mi convincerà che questi siano segnali di progresso.