Il 10 marzo il Centre National du Livre (CNL) ha invitato cittadini, associazioni, scuole, imprese e l’intera società francese a dedicare un quarto d’ora alla lettura di un libro: equivale all’1 % del tempo, a fronte delle quattro ore al giorno (pari al 17% quasi) che i giovani di quel paese trascorrono mediamente davanti a uno schermo. Gli indici di lettura in oltralpe sono molto più elevati dei nostri e le attività del CNL hanno spesso suscitato invidia e rappresenterebbero per noi un esempio da imitare: la Francia è infatti un paese per tanti versi simile al nostro e può costituire un termine di paragone assai più adeguato del mondo anglosassone o delle nazioni del Nord Europa, di cui spesso citiamo le statistiche per denunciare il grave ritardo che l’Italia accusa su questo terreno.
Ma gli articoli che hanno dato notizia dell’avvio di questa nuova campagna di promozione della lettura contengono anche un’altra informazione che dovrebbe farci riflettere: il Governo Macron, che ha dichiarato la lettura «grande causa nazionale» e che ha istituito un Pass Culture di 300 euro annui a imitazione della nostra App18, ha deciso — in base agli ottimi risultati prodotti dal provvedimento — di estendere questa misura a tutti gli adolescenti. È paradossale che questo avvenga nel momento in cui il nostro Governo, malgrado il forte dissenso manifestato da più parti, si appresta a sopprimere il bonus che i francesi hanno copiato da noi e, dopo il danno anche la beffa, nel momento in cui l’Italia è ospite d’onore del prossimo Festival du Livre di Parigi.
C’è bisogno di aggiungere altro?