Le agorà democratiche: Cultura, patrimonio della comunità

In queste settimane si stanno svolgendo le “Agorà democratiche”, volute da Enrico Letta per aprire le porte del PD alla società civile, avviando un dialogo con chi pratica l’impegno civico, l’associazionismo, il volontariato senza tuttavia mai trovare casa nella politica organizzata. Il 17 dicembre si è tenuto un incontro su ”Cultura: patrimonio della comunità“, organizzato dai parlamentari Michele Nitti e Flavia Piccoli Nardelli, con la partecipazione di più di una ventina di relatori, raccolti attorno a quattro panel, rispettivamente dedicati a Editoria e istituzioni culturali, Biblioteche e archivi, Spettacolo dal vivo, Economia della cultura e musei. L’obiettivo era di creare uno spazio di dibattito e confronto per determinare una nuova cornice entro cui iscrivere le principali azioni culturali per lo sviluppo e la crescita dei cittadini, dei territori, delle comunità. La cultura è espressione della comunità, come afferma la Convenzione di Faro, che recita: «l’eredità culturale è un insieme di risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione».

La discussione, durata oltre tre ore (la registrazione è disponibile qui), ha sottolineato il ruolo centrale dei presìdi e delle attività culturali in termini di ricadute sociali, occupazionali, di crescita economica e cognitiva, di valorizzazione del capitale umano e di sviluppo delle nostre comunità, e anche come cura e fattore di benessere psico-fisico. Un pieno sostegno alla domanda (da considerare non come “consumo culturale”, ma come reale uso e condivisione della cultura) e alla veicolazione delle attività culturali non solo produce benefici per le comunità, riattivando importanti dinamiche di aggregazione ed inclusione grazie alla indiscussa e determinante forza pervasiva della cultura e alla funzione espressiva delle arti, ma impatta inevitabilmente anche sulla capacità attrattiva del nostro Paese, con inevitabili e positive ricadute in ambito turistico. Anche nell’ottica del PNRR diventa imprescindibile (ri)partire dalla valorizzazione delle risorse e del capitale umano, dai professionisti della cultura, da nuove e virtuose forme di coinvolgimento dei privati e di tutela del nostro patrimonio, dal rilancio di temi quali la creatività, la sostenibilità e la  riqualificazione dei luoghi e delle attività culturali. Una sorta di transizione culturale integrata alle altre due transizioni – quella digitale e quella ambientale – che trasversalmente investa tutti i segmenti della cultura.

Nelle conclusioni, l’on. Piccoli Nardelli ha sottolineato la necessità di portare a compimento e consolidare le misure varate nel 2020-21 dal Ministero della Cultura, di rafforzare le infrastrutture culturali, anche per tutelare i livelli di occupazione nel comparto, di ampliare il pubblico da coinvolgere nella partecipazione culturale. I partecipanti all’incontro hanno manifestato la volontà di ritrovarsi in gennaio per riprendere e approfondire la discussione e mettere meglio a fuoco le proposte emerse.  

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