Un bell’articolo di Riccardo Luna pubblicato su “la Repubblica” riconosce agli insegnanti — ad alcuni insegnanti, direi io — il merito di essersi impegnati in queste settimane di chiusura delle scuola a non far mancare agli studenti il loro insegnamento. Ammirevole anche lo sforzo del servizio pubblico radiotelevisivo. La scuola e l’università italiane erano assolutamente impreparate a fronteggiare una situazione così inedita e imprevedibile, e su questo aspetto bisognerà tornare non appena la fase d’emergenza sarà alle nostre spalle (non senza aver preso atto, però, di quanto sia evidente in questa giorni che una didattica interattiva in aula è insostituibile), ma qui desidero riprendere una considerazione che Luna propone nel suo articolo: «Se consideriamo le famiglie con almeno un minore, tre su quattro non hanno un computer fisso; solo una su due ha un computer portatile; solo una su tre ha un tablet. Insomma ogni giorno in milioni di case si pone il dilemma: se hai due o più figli, a chi spetta il computer per la scuola online? E se nel frattempo i genitori sono in smart working, come ci si divide il pc di famiglia?».
La dotazione tecnologica delle famiglie italiane è assolutamente inadeguata a una piena partecipazione alla vita delle comunità nell’era della rete. È un problema infrastrutturale: il disagio che molti stanno vivendo è quasi quasi paragonabile a quello di abitare in una casa senza riscaldamento o senza acqua potabile. Ma c’è un altro aspetto da valutare. Paradossalmente, la grande diffusione degli smartphone e la loro capacità di svolgere tante funzioni, ci aveva indotto a ritenere che i computer fossero un oggetto superato, troppo ingombrante in un’era in cui la portabilità dei dispositivi e la connessione in mobilità la fanno da padrona. Nel momento in cui la nostra possibilità di movimento si è ridotta di molto e ci viene richiesto un uso più prolungato ed ergonomicamente corretto dei dispositivi, scopriamo quanto sia utile avere in casa una connessione stabile e sufficientemente veloce, uno schermo di dimensioni maggiori, una stampante, uno scanner, una videocamera e un microfono.
Per fortuna i negozi di apparecchiature informatiche sono aperti: so di persone che stanno correndo ad acquistare un personal computer, per non sentirsi tagliate fuori da questa nuova dimensione delle relazioni sociali, dello studio e del lavoro.