Il motto di queste pagine web è “La conoscenza rende liberi”. A dimostrazione del fatto che non si tratti solo di uno slogan ma di un principio da perseguire sempre, sono venute alcuni giorni fa le parole del Presidente Mattarella, che a proposito dell’allarme coronavirus, ha detto: «La conoscenza aiuta la responsabilità e costituisce un forte antidoto a paure irrazionali e immotivate che inducono a comportamenti senza ragione e senza beneficio, come avviene talvolta anche in questi giorni».
Questa non è la prima volta che il tema della consapevolezza critica si incrocia con questioni relative alla salute. Sappiamo bene — Giorgio Zanchini ed io ne parliamo anche nel nostro recente lavoro La cultura orizzontale — quanto sia diffuso in rete il sentimento di delegittimazione e rabbioso rifiuto verso le opinioni degli “esperti” e verso il sapere specialistico: a partire da poche e banali notizie recuperate sul web, ci convinciamo di poter diventare esperti di qualsiasi cosa e di saperne quanto basta per pretendere che i medici ci prescrivano un farmaco piuttosto che un altro, oppure per formarci radicate opinioni su quelli che dovrebbero essere i nostri stili di vita o i corretti comportamenti alimentari. Lo abbiamo visto in questi giorni a proposito del modo in cui si diffonderebbe questo nuovo virus e su come proteggersi.
Ci sono casi in cui avviene di peggio. A volte la rete o un uso distorto dei mezzi di informazione hanno alimentato vere e proprie campagne di stampa, che pericolosamente coprivano con un tono “vicino alla gente” vere e proprie frodi. Tutti ricordiamo il caso Stamina: l’inventore di quel presunto metodo di cura, Davide Vannoni, fu presentato come un guaritore miracoloso, ma nel marzo 2015 patteggiò una pena di un anno e dieci mesi a fronte di accuse di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, alla somministrazione di farmaci guasti ed esercizio abusivo della professione medica.
La lezione che possiamo ricavarne anche in questa occasione è che dobbiamo ben utilizzare la grande opportunità che la rete ci offre: cerchiamo di soddisfare la nostra curiosità ma senza affidarci ciecamente solo a chi è efficace nella comunicazione; documentiamoci responsabilmente, cercando sempre di verificare la qualità delle fonti che utilizziamo. La trasmissione e la partecipazione culturale per via orizzontale può essere una grande occasione per democratizzare l’accesso al sapere e all’informazione, ma non può fare a meno anche della cultura verticale. Scuola, università e media hanno un compito importante nel formare nei cittadini capacità d’uso nel rapporto con la rete.