Leggo sui giornali che una delle ipotesi su cui il governo sta lavorando per predisporre la nuova legge di stabilità è di finanziare alcuni provvedimenti previsti dal contratto di programma (tra cui l’avvio del reddito di cittadinanza, la riforma pensionistica e qualche riduzione dell’IRPEF che possa somigliare un po’ alla flat tax) con il ritocco delle aliquote IVA. Invece di far scattare la clausola di salvaguardia e ritoccare di un punto tutte le aliquote, l’idea sarebbe di aumentare solo quelle sui beni che attualmente godono dell’aliquota agevolata al 4 o al 10%. Questo si tradurrebbe in un incremento del pezzo di copertina dei libri, la cui IVA è ora fissata al 4%: ricordo anche che solo recentemente, grazie a una battaglia portata avanti anche dall’AIE, l’aliquota sui libri elettronici, in precedenza assimilati ai software, è stata equiparata a quella che grava sui libri di carta.
Dopo il leggero incremento di vendite e di fatturato registrato nel 2017 e con i dati non proprio incoraggianti sul mercato librario che si profilano per l’anno in corso, un aumento del prezzo dei libri non ci vuole proprio. Il provvedimento, tra l’altro, è in contraddizione con quanto previsto da una proposta di legge presentata alla Camera da un altro esponente della maggioranza, l’on. Luigi Gallo, presidente della VII Commissione (Cultura), che prevede tra l’altro sgravi fiscali per chi acquista libri.
Grazie per le informazioni.