Parte l’edizione 2017 del Premio Strega, la settantunesima della serie. Nel 1947, quando Maria Bellonci, Guido Alberti e gli altri intellettuali che si riunivano la domenica pomeriggio, gli “Amici della domenica”, per discutere di letteratura e dei valori culturali su cui far rinascere l’Italia che usciva da vent’anni di dittatura e da una guerra rovinosa, nacque un premio “che nessuno ha ancora immaginato”, come lo definì la Bellonci. L’elemento che caratterizza fin dai suoi inizi il Premio Strega è “una giuria vasta e democratica” – sono sempre parole di Maria Bellonci -, composta non solo da scrittrici e scrittori, critici letterari e professori, ma da un ampio numero di giornalisti, imprenditori, registi, attori e attrici, artisti e personalità della cultura, esponenti delle istituzioni e della vita pubblica.
In settant’anni sono cambiate tante cose: sono intervenuti profondi cambiamenti – non sempre in meglio – nella società letteraria e nel mondo dell’editoria, sono cambiate le condizioni della partecipazione culturale dei cittadini e le forme attraverso cui essa si esprime.
Non siamo stati a guardare e anche la giuria del Premio Strega è più volte cambiata nel corso del tempo: negli anni scorsi Tullio De Mauro aveva introdotto, fra tante altre innovazioni, anche alcune modifiche al meccanismo di voto che attribuisce il Premio. Da alcuni anni gli aventi diritto al voto sono diventati 460: accanto ai 400 Amici della domenica votano i lettori forti segnalati dalle librerie, alcune scolaresche, gli istituti italiani di cultura all’estero e altri soggetti. È stato anche garantito ai piccoli editori un posto nella cinquina finale.
Conciliare tradizione e cambiamento si può. Nell’anno in cui intendiamo sottolineare i valori che ispirarono i fondatori del Premio Strega, e ciò è emblematicamente rappresentato dal ritorno al Ninfeo di Villa Giulia per la serata finale del 6 luglio, vogliamo accentuare il carattere di ampia partecipazione che contraddistingue l’elettorato e aumentare in modo significativo il numero dei votanti. I voti diventano 660. Tra voti collettivi e voti individuali circa mille lettori/elettori saranno coinvolti nella scelta del vincitore della 71° edizione del Premio Strega. A questi si aggiungono altri 400 studenti delle scuole superiori che si pronunciano sui libri entrati in cinquina per attribuire il Premio Strega Giovani.
Accanto agli studenti delle scuole e ai lettori delle librerie, voteranno anche i frequentatori delle biblioteche pubbliche: attraverso un accordo con il sistema bibliotecario del Comune di Roma, in 15 circoli di lettura i libri della dozzina verranno letti, discussi e votati. Si aggiungeranno anche 200 voti espressi fuori d’Italia. Gli istituti italiani di cultura all’estero segnaleranno votanti italiani e stranieri, che cambieranno ogni anno: docenti di italianistica, autori, traduttori, intellettuali, qualificati frequentatori degli istituti stessi, rappresentanti di quella generazione di giovani studiosi e professionisti che il nostro paese non è stato in grado di valorizzare e che lavorano in altre parti del mondo. Non si tratta di un generico desiderio di internazionalizzazione, che pure non guasterebbe: pensiamo che questo confronto ci aiuterà anche a capire come ci osservano da fuori d’Italia.
Attraverso queste riforme – le uniche che potevamo inserire già da quest’anno, quando il premio si era già messo in moto, ma a cui seguiranno altre e più profonde trasformazioni che annunceremo a breve – ci auguriamo di portare all’interno del Premio Strega tutte le sensibilità, i gusti, le opinioni di chi segue la nostra narrativa contemporanea.
I nostri secondi settant’anni cominciano da qui. Siamo consapevoli di dover dimostrare la forza e la vitalità del Premio Strega anche attraverso la capacità di ascoltare le critiche e di cambiare ciò che c’è da cambiare. Il più importante e prestigioso premio letterario italiano resterà tale, perché sa rappresentare – sia sul versante del panorama della produzione editoriale, sia attraverso lo svolgimento della competizione che porta alla scelta del vincitore – il meglio della cultura letteraria italiana del XXI secolo.