Giancarlo De Cataldo descrisse molto bene, anni fa, la storia della criminalità romana – con evidenti riferimenti alla banda della Magliana – in un libro di successo, “Romanzo criminale”, da cui furono tratti anche un film e una serie televisiva.
Le cronache giudiziarie da Roma ci parlano in questi giorni di un intreccio fra affari e appalti, amministrazione capitolina, funzionari e politici corrotti, malavita organizzata e terrorismo nero: un vero e proprio “romanzo comunale”, come si intitolava, poche settimane prima che scoppiasse lo scandalo, un libro scritto da Umberto Croppi, assessore alla cultura nella prima giunta Alemanno, da cui fu estromesso dopo due anni e mezzo per una serie di “incomprensioni” col primo cittadino. Il libro – forse profetico o forse semplicemente ben informato, essendo stato scritto da chi dal di dentro ha vissuto i primi passi dell’amministrazione comunale di destra – racconta di un sindaco inadeguato, di una macchina di potere che si è andata saldando sempre di più col malaffare, dai primi episodi di parentopoli fino alla soglia di un vero e proprio sistema mafioso, infiltrato in vari ambienti della politica romana, portato alla luce dalle indagini della magistratura.